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Ex Stabilimento Eternit Siciliana

Galleria foto - marzo 2008

LA FABBRICA DELLA MORTE

eternit siciliana SR 2008 (1)
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eternit siciliana SR 2008 (10)
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eternit siciliana SR 2008 (11)
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eternit siciliana SR 2008 (12)
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eternit siciliana SR 2008 (13)
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eternit siciliana SR 2008 (14)
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eternit siciliana SR 2008 (15)
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eternit siciliana SR 2008 (16)
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eternit siciliana SR 2008 (17)
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eternit siciliana SR 2008 (2)
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eternit siciliana SR 2008 (3)
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eternit siciliana SR 2008 (4)
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eternit siciliana SR 2008 (5)
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eternit siciliana SR 2008 (6)
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eternit siciliana SR 2008 (7)
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eternit siciliana SR 2008 (8)
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eternit siciliana SR 2008 (9)
eternit siciliana SR 2008 (9)

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eternit siciliana SR 2008
eternit siciliana SR 2008

eternit siciliana SR 2008 
 

LE ASSURDE BEFFE ITALO-SICILIANE

GLI INDUSTRIALI  INQUINANO E PANTALONE (INQUINATO – AMMALATO E MAZZIATO ) PAGA LA PAZZESCA CIFRA DI  Euro 20.517.698,09 (quasi 50 miliardi di lire) PER RISANARE I DANNI CAUSATI (in 40 anni) DALL'EX STABILIMENTO ETERNIT SICILIANA

 da una inchiesta di Salvo Maccarrone

Dal 1953 al 1993, nell’ex stabilimento “Eternit” sito in contrada Targia, a sud di Priolo, furono prodotti, in notevolissima quantità, pericolosissimi manufatti in cemento amianto. Indagini svolte, al fine di programmare un intervento di bonifica, fecero scoprire una agghiacciante realtà fatta di veleni cancerogeni che condussero alla morte parecchi dipendenti dello stabilimento, ora dismesso dopo l’eclatante sequestro giudiziario (giunto però con molto ritardo rispetto alle segnalazioni di cittadini ammalati). Infatti in 40 anni di selvaggia attività  questo stabilimento, grazie a complicità diffuse di tipo politico-sindacale – istituzionale- etc., riuscì ad inquinare, oltre che l’area di produzione,  buona parte della costa antistante lo stabilimento e un vasto specchio di mare ove (grazie alla inesistenza di controlli a causa della brutta usanza dell’abusato e non punito “ricatto occupazionale” e a cui, industriali senza scrupoli, fanno ricorso ancora oggi, anno 2008), venne smaltita  una quantità veramente impressionante di amianto lavorato.

 

Pertanto l’area dell’intervento di bonifica venne suddivisa in tre sub-aree:

1 – l’area industriale dell’ex stabilimento “Eternit”;

2 – una striscia di costa;

3 – l’area a mare.

L’area industriale dell’ex stabilimento “Eternit”  si estende per circa 75 mila metri quadrati (7,5 ettari) e al suo interno furono rinvenute notevoli quantità di amianto sia allo stato lavorato (o semilavorato) , che come polveri e fibre in cumuli e/o sacchi, molti dei quali danneggiati.

Nella striscia di costa, costituita prevalentemente da scogliera, furono rinvenute notevoli quantità di amianto “cementato” alla matrice naturale, che sottoposto al continui cicli di bagnatura/asciugatura (pioggia/sole), disperdeva fibre di amianto nell’ambiente circostante rendendo insalubre buona parte di contrada Targia.

L’area a mare invece, sottoposta a video-ispezione, era divenuta luogo privilegiato di scarico illegale e fraudolento di notevoli cumuli di amianto lavorato che, in occasione di mareggiate, veniva spiaggiato e poi disperso nell’ambiente. Qui fino a pochi anni orsono, secondo quanto ci hanno riferito persone che conoscono bene la zona, addirittura si praticava (incoscientemente) la pesca e ci si faceva pure il bagno.

Tutta questa zona, nota  quale contrada Targia, attualmente sembra essere il regno dell’”Horror” abbandonata com’è sia dagli industriali (che l’hanno colonizzata) che dal Comune di Siracusa (che ormai, in maniera nefasta, sembra non rivolgergli più attenzioni).

Questo posto, così conciato, sembra appartenere a qualche altro continente: invece si trova a pochi minuti di cammino da Priolo, Belvedere, Siracusa, Augusta, Melilli.

Questa contrada Targia ubicata a nord di Siracusa in passato è stata feudo della famiglia nobiliare degli Arezzo della Targia oltre che luogo di coltivazioni, abitata da contadini. Con l'industrializzazione selvaggia dell'area limitrofa, la contrada ha perso la sua funzione originaria. Oggi infatti è urbanizzata da molteplici attività commerciali e caotiche postazioni industriali. Proprio la presenza di produzioni inquinanti, non ha mai favorito un'edilizia residenziale. Per coloro che non lo sapessero in questa area derelitta ricade l'area archeologica di Stentinello, uno  dei più antichi insediamenti preistorici, scoperti da Paolo Orsi. Nella contrada, quasi attaccata all’ex stabilimento “Eternit Siciliana” (parte ovest) è  presente pure una stazione dei treni.

Le foto, risalenti al mese di marzo 2008, ci fanno vedere l’ex stabilimento “Eternit” dopo gli interventi di bonifica.

 

Di seguito gli interventi realizzati:

la rimozione e lo smaltimento di tutte le coperture e di tutte le partizioni orizzontali e verticali realizzate in cemento-amianto (eternit);

la rimozione e lo smaltimento di tutti i pilastri realizzati con camicia di amianto;

la rimozione e lo smaltimento di tutta una serie di sacchi e cumuli contenenti amianto in polvere situati sia all’interno che all’esterno dei fabbricati;

la rimozione e lo smaltimento di tutti i residui di lavorazione in amianto cementati nelle apparecchiature industriali;

la rimozione e lo smaltimento della coibentazione di tubazioni;

la rimozione e lo smaltimento di tutte le altre tipologie di rifiuti presenti nell’area;

la messa in sicurezza del terreno (inquinato nel corso del tempo dal deposito di “sfridi di cemento amianto”) mediante la sua copertura con apposite tecniche di impermeabilizzazione.

 

Da informazioni  ufficiali da noi assunte, abbiamo appreso che il costo di tutte queste operazioni di bonifica dell’ex stabilimento “Eternit Siciliana” , pagate, ovviamente come sempre, con i soldi di noi contribuenti, compresi di quelli delle famiglie che hanno subito morti per tumori,  ammonta alla pazzesca cifra di Euro 20.517.698,09 (quasi 50 miliardi di lire).

 

Dalle tabelle da noi consultate si evince che il costo di intervento della “MISE” è stato così suddiviso:

1 – area industriale dell’ex stabilimento “Eternit”:  

Euro   1.652.078,67;

 

2 – striscia di costa, area scogliera:                          

Euro   7.106.486,92;

 

3 – area a mare:                                                       

Euro 11.759.123,50

 

Salvo Maccarrone, 22 marzo 2008

 

    

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